Il terzo volume degli Studia Hellenistica Gaditana è stato pubblicato nella stessa collana del precedente (edito nel 2021), Quaderni di Satura, Testi e studi di letteratura antica, a cura di Onofrio Vox e Anna Tiziana Drago, 8. Il primo volume era stato pubblicato nel 2003 a Cádiz, la cui università va segnalata in particolare anche per l’organizzazione di importanti convegni sulla prosa e la poesia dell’età ellenistica e imperiale, a partire dal 2018.
Nella «Presentación», curata da Rafael Gallé Cejudo (pp. 5-14), si ricorda l’intento di consolidare con il terzo volume la continuità di questa serie di studi collettivi nata con il volume del 2003 sotto il dotto magistero dell’insigne ellenista José Guillermo Montes Cala, scomparso nel 2014, discepolo prediletto di Máximo Brioso Sánchez, ugualmente scomparso, del quale ultimo un ricordo personale mi fa rimpiangere il proficuo scambio di idee su problemi di poesia ellenistica, che era avvenuto molti anni fa, per posta elettronica, con un simpatico risvolto sul piano umano.
Dopo aver presentato i vari progetti di studio e di ricerca dell’università di Cádiz nell’àmbito della letteratura ellenistica e tarda (pp. 6-7), Gallé Cejudo illustra nella «Presentación» gli undici contributi inediti del terzo volume, otto in spagnolo e tre in italiano, in cui studi su discipline strettamente letterarie si uniscono ad altri di orientamento più specificamente linguistico. Al periodo ellenistico si riferiscono i lavori sull’elegia, su Callimaco e su Apollonio Rodio, all’epoca imperiale quelli su Nonno di Panopoli, sulla prosa del romanzo e su quella di Eliano. Risulta possibile un raggruppamento in quattro blocchi: 1. «la exégesis literaria y el tratamiento de diferentes temas, motivos y tópicos literarios; 2. la crítica textual y la edición de textos; 3. los estudios de lengua y del análisis lingüístico y del léxico; 4. los fenómenos de intertextualidad y la paráfrasis literaria, los trasvases temáticos y formales entre la prosa y el verso y el cruce de géneros» (p. 7).
Nel primo contributo, di Rafael Gallé Cejudo, «La audacia de las mujeres en la elegía helenística: variaciones sobre el “motivo de Tarpeya”», pp. 15-56, l’autore presenta all’inizio, come in tutti gli altri lavori, un breve abstract, seguito dalle parole chiave. Il tema trattato è costituito dalle variazioni tematiche del cosiddetto «motivo di Tarpea», ricorrente in alcuni dei «microgeneri» dell’elegia ellenistica, con la conclusione che la tradizionale focalizzazione sull’exemplum riprovevole o dissuasorio della figura femminile da parte di poeti ellenistici e tardi, con la loro recusatio degli elementi erotici al servizio dell’azione eroica, fatta eccezione per Apollonio Rodio, si va spostando verso un protagonista maschile depauperato e perfino antieroico.
Subito dopo, Josep Antoni Clúa Serena, «Notae et emendationes ad Xenophontem Ephesium (II)», pp. 57-82, presenta note esplicative a giustificazione delle lezioni adottate nella sua recente edizione del romanzo di Senofonte Efesio, le Efesiache, Madrid, 2017, con il chiarimento che la trasmissione dell’opera impone di adottare criteri editoriali ed ecdotici diversi rispetto alle precedenti edizioni e che lacune, ripetizioni e glosse si legano alla problematica di un possibile processo di epitomizzazione.
Francesco De Martino, «Callimaco e l’arte della polemica: dalla «buona» alla «dolce» reciproca eris», pp. 83-122, tratta della Eris ‘buona’ di Esiodo e della ‘dolce’ reciproca eris di Callimaco, che risponde alle accuse degli avversari richiamandosi agli esempi illustri dei poeti che lo hanno preceduto, non senza polemizzare anche con loro, esaminando innanzi tutto i termini impiegati nel corso del tempo, soffermandosi quindi per i vari aspetti prima su Omero, Esiodo, Corinna, Ibico, Simonide, Pindaro, quindi su Aristofane e Callimaco, non escludendo Cherilo di Samo.
Anna Tiziana Drago, «Spigolature elianee», pp. 123-134, discute alcuni luoghi problematici delle Epistole rustiche, precisamente epp. 15, 10 e 3, in cui spesso ricorrono, nel lessico, iuncturae che rinviano a frasi idiomatiche il cui significato risultava talora oscuro già ai lessicografi, il cui apporto, come quello dei paremiografi, può in ogni modo offrire elementi utili per l’interpretazione.
José Antonio Fernández Delgado, «Del aition oracular al aition calimaqueo», pp. 135-159, chiarisce come l’aition, forma di espressione letterario-culturale che fornisce la spiegazione di diverse questioni ed ha il suo esempio più compatto nella raccolta callimachea alla quale dà il titolo, si inserisca in realtà in un’ampia tradizione letteraria che, tra l’altro, si manifesta nelle Eoie di tradizione esiodea così come nell’epos oracolare. La presenza di quest’ultimo negli Aitia ed il suo influsso sulla costituzione dell’opera callimachea costituiscono l’oggetto della trattazione, articolata in due sezioni: la prima, «Antecedentes del aition calimaqueo», comprende cinque paragrafi: 1. «El aition en Calímaco»; 2. «Otras manifestaciones aparte de Calímaco»; 3. «Manifestaciones hesiódicas del aition»; 4. «El aition oracular»; 5. «Oráculos etiológicos en los Aitia»; la seconda riguarda le «Etiologías oraculares» en los Aitia de Calímaco, con l’analisi di Aet. I, fr. 26-28 Pf. ; Aet. I, fr. 29-31 Pf. ; Aet. III, fr. 75, ll. 22 ss. Pf. ; Aet. III, fr. 84-85 Pf. (= POxy. 2212, 2213) y Diegesis; Aet. III, fr. 85 Pf. ; Aet. inc. libr. fr. 187 Pf. ; Fr. 635 Pf. loc. incert. (= Sch. Hom. Il. XXII 56).
Agli Aitia di Callimaco è dedicato anche il contributo di Jordi Pàmias, «Mnēmē: la vieja memoria mitológica (a propósito de Calímaco, Aetia, fr. 75.55)», pp. 161-172, in cui è analizzato il significato del sintagma ἐνὶ μνήμῃ μυθολόγῳ nel frammento indicato nel titolo, con l’intento di chiarire la portata dell’opera di Xenomede di Ceo così come il ruolo della memoria scritta e orale nella storia locale più antica e nelle origini della storiografia greca.
Elena Redondo-Moyano, «Cortesía verbal y formas de tratamiento en griego postclásico: Análisis de la novela Calírroe de Caritón de Afrodisias», pp. 173-209, studia le forme di trattamento che si trovano nel romanzo di Caritone di Afrodisias nell’àmbito della (s)cortesia verbale e il loro contributo alla caratterizzazione dei personaggi. Dopo l’ampia presentazione degli obiettivi e della particolare metodologia seguita (pp. 174-179 e relative note, con gli opportuni riferimenti bibliografici), vengono esaminate le forme di trattamento (FTs, con la spiegazione che si tratta di «segmentos discursivos sintácticamente independientes, que contienen la referencia lingüística que un hablante hace a su interlocutor») relative all’età e alla parentela, così distinte: «FTs etarias y de parentesco», con la suddivisione in: «FTs para receptores de menor edad que el emisor; FTs para receptores de mayor edad que el emisor; FTs para receptores de similar edad». «FTs de nombre y título», con la suddivisione in: «Nombres; Títulos; FTs con términos de amistad o estima; FTs con insultos». Una tabella di «Recapitulación» con le conclusioni dell’indagine chiude il contributo (pp. 200-205).
Lucía Rodríguez-Noriega Guillén, «Eurípides en el De Natura Animalium y la Varia Historia de Claudio Eliano», pp. 211-244, esamina l’uso che fa Eliano di ogni tipo di materiale euripideo (citazioni, testimonianze e riferimenti alla sua biografia), con l’intento di valutare come attinga a lui e come lo renda suo, trasformandolo in parte integrante delle sue opere in prosa, curando che l’inserimento nel nuovo contesto sia armonioso, secondo le teorie stilistiche e retoriche dell’epoca in base alle quali si era formato. I riferimenti ad Euripide conferiscono un tono erudito alla sua prosa, ma d’altro canto talora Eliano critica il poeta tragico per mancanza di conoscenza o per questioni morali. Dopo la «Introducción» l’accurata analisi è suddivisa nei paragrafi «Material biográfico», «Testimonios de algunas obras», «Citas literales», «Paráfrasis», e chiusa dalla «Conclusión».
Onofrio Vox, «Da Egina a Pagase: fine di viaggio senza storia (Ap. Rh., Arg. IV 1775-1781)», pp. 245-255, osserva come nel chiudere il poema Apollonio Rodio spieghi ai compagni la mancanza della narrazione delle tappe finali del viaggio argonautico con la mancanza di ‘prove’ o di ‘burrasche’, adottando così il pricipio assiologico di selezione tipico della storiografia.
Secondo Sandra M.a Plaza Salguero, «Procesos metamórficos con implicación divina en las Argonáuticas de Apolonio de Rodas», pp. 257-292, Apollonio Rodio si serve delle metamorfosi non solo come sfoggio di erudizione che possa soddisfare il gusto del lettore erudito, ma anche perché tutte le metamorfosi riflettono un aspetto strutturale più trascendentale dell’epopea apolloniana, al di là del mero ornamento letterarario.
José M.a Candón Romero, «Dobletes de adjetivos prefijados por ἀντι- y por ἰσο- como elementos conectores de la comparación en las Dionisíacas», pp. 293-328, analizza dettagliatamente i confronti delle Dionisiache in cui ἀντι- e ἰσο- fungono da elemento di connessione tra i termini messi a confronto, nonché il significato particolare che Nonno conferisce agli aggettivi composti nell’uno o nell’altro modo, mettendo in evidenza la sua caratteristica varietà compositiva.
Seguono la traduzione in inglese dei riassunti e delle parole chiave, Abstracts and Keywords (pp. 329-332) e gli accurati indici, nominum et rerum notabilium e locorum: l’«Índice de nombres y conceptos notables» a cura di José M.a Candón Romero (pp. 333-344) e l’«Índice de autores y pasajes citados» a cura di Sandra M.a Plaza Salguero (pp. 345-366). A conclusione, un essenziale curriculum degli autori, in spagnolo (pp. 367-372) e in inglese (pp. 372-377), seguito dall’«Índice general» (pp. 379-380).
Indipendentemente dall’interesse particolare di ciascuno per gli argomenti trattati, in tutti i contributi del volume si apprezzano l’originalità e la varietà delle scelte, la chiarezza dell’esposizione, la ricchezza della documentazione.
L’augurio è che la tradizione degli Studia Hellenistica Gaditana possa continuare con le medesime caratteristiche positive che rendono il terzo volume di lettura interessante, proficua e gradevole.